ci ha spiegato che la sua azienda si schiera accanto alla “famiglia sacrale” e che gli omosessuali possono fare quello che vogliono “senza recare disturbo”.
ora, io la sua pasta non la mangio, di norma. non per motivi ideologici, ma perchè mi piace meno di altre. diciamo che la compro se sono in vacanza all’estero, perchè altro, fuori di qui, non si trova. mangio i suoi biscotti (no, io no, chè non sono molto biscottara, ma i miei figli sì), non di preferenza (anche qui, ci piacciono di più i novellini o le gocciole), ma li mangio. sorvolando sul gusto, però, che un personaggio che dirige una delle aziende più grosse in italia (nel mondo? forse, anche) si permetta di dire ‘ste cazzate, mi fa venire l’eczema.
non faccio parte di una famiglia sacrale. mi ero anche sposata in chiesa, ma ora mi ritrovo a far parte di una famiglia composta da mamma, figlio e figlio. e, per parte della settimana da mamma, figlio, figlio e papà con figlio e figlia. mamma e papà, però, sono mamma per due e papà per gli altri due. non siamo i soli. accanto a me vive un’altra famiglia a metà, di fronte un’altra. sulle famiglie degli amici dei miei figli sorvolo, perchè credo che i non sacrali battano i sacrali alla grande. sopra di me, invece, vivono due belle donne che si amano e che non possono adottare perchè in italia si preferisce lasciare i bambini in casa famiglia, piuttosto che lasciare che siano adottati da genitori gay o da genitori single. scelte. scelte che non condivido, ma che resteranno in vigore finchè ci sarà qualcuno che la pensa come quel simpatico capellone che fa la pasta blu con l’etichetta rossa e bianca.
lo ascoltavo, mentre parlava (ero in macchina: ho pure rischiato di finire contro il bus, per colpa sua), e mi veniva l’eczema dappertutto.
sì, perchè, in mezzo a queste due simpaticissime, bigotte, omofobe cazzate, ha sentito il bisogno anche di parlare della donna, la donna che è “una persona fondamentale per la pubblicità” e che “in tutti i paesi del mondo è estremamente usata”. usata. usata. usata come si usa un fazzoletto di carta? usata come si usano un paio di mutande? usata. guido, guidino mio, amore della mamma, la mia maestra diceva: “pensa, prima di parlare”. io ti dico, invece, pensa (se ci riesci, perchè il dubbio, mi permetterai, è lecito), poi, dopo che hai pensato, taci, fa’ un piacere.
mi fermo. mi fermo e continuo a grattarmi l’eczema che quel deficiente mi ha fatto venire. e vi lascio con questa meravigliosa risposta: